JIMMY PACHER
di Silvia Valentini

La neve sta chiudendo nel suo guscio l'intera valle e fra poco avra' finito il lavoro: un tutto uniforme, compatto, color bianco cristallino che sale dal fondo e diventa azzurro indaco solo intorno a "quota tremila", laddove le vette diventano cielo.

Gia', a Canazei, in Val di Fassa, la neve inizia presto ad imbiancare con effetti spettacolari che dal fondo valle conducono in alto a riscoprire la sacralita' degli spazi piu' vicini al cielo!

E chi meglio di Jimmy Pacher, il nostro campione, poteva condurci in volo fra queste cime?

Ventinove anni, in buona parte passati sul podio; sempre ai vertici delle classifiche; un curriculum poderoso e, di contrasto, un aspetto esteriore quasi etereo che fa' sorgere, legittimo, il dubbio che non sia solo la vela a condurlo in alto ma un paio d'ali tenute ben nascoste dietro le scapole.

Jimmy ha scolpite sul volto abbronzato e segnato, incorniciato dai lunghi capelli, tutta la storia della sua terra, la Val di Fassa e le tradizioni della sua gente: gente che la montagna l'ha dentro di se' e la vive a passo lento su antichi sentieri.

Nei suoi occhi profondi, in quello sguardo perso dentro visioni di orizzonti a noi irraggiungibili, c'e' tutta la storia di un ragazzo che con la sua vela e' uscito dal nido e che grazie al volo e' diventato cittadino del mondo.

Nato in una angusta valle, stretto dall'austero abbraccio di monti inespugnabili ed avvolgenti come un utero materno, grazie alla passione per il volo ed alle indiscutibili doti personali Jimmy e' diventato non solo un campione inimitabile ma un uomo con un bagaglio di esperienza incredibile, con le sue sei lingue parlate, con il suo girovagare per il mondo e con i lunghi periodi trascorsi all'estero per attivita' agonistica e come test pilot.

Un nome che restera' scolpito nella storia dell'evoluzione del volo in parapendio Eppure, vedrete, nel suo nido fra i monti lui ritornera' sempre perche' e' lì soltanto che sente di poter fare i voli piu' belli.

L'abbiamo incontrato, per Voi, qui a Brescia, dove dice di avere gli amici piu' veri e dove spesso sceglie di trascorrere qualche spensierato week end .

Tante erano le domande da porre: quelle di prassi, quelle che scaturivano dalla curiosita' (anche femminile...), quelle che nascevano da una sorta di timore reverenziale del neofita nei confronti dell'idolo, del maestro, di colui che ha dominato il cielo... in realta' la sua semplicita' ci ha condotto subito ad un tono assolutamente amichevole, colloquiale a tratti intimistico, di cui vi facciamo partecipi.

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E' nato prima Jimmy o e' nato prima il volo?

Siamo nati insieme, credo, anche se ho iniziato per caso nel 1987. Eravamo una ventina di ragazzi di Canazei e ci "arrampicavamo" sui monti. Ci buttavamo dai pendii senza alcuna nozione, senza aver frequentato scuole, senza sapere nulla del volo. Di tutto il gruppo ha proseguito la meta'. Il primo volo non e' stato bello! Ricordo che ero concentrato su quello che facevo e su come dovevo farlo. Non avevo nozioni di nessun tipo, ne' strumenti, ne' vele tecnologiche... a malapena sapevo come atterrare... Il secondo volo, quello si, e' stato emozionante, indimenticabile, ho volato per un ora dal Col Rodella sopra Campitello.

Hai vinto tutto... ma, la tua gara piu' bella?

Ogni gara viene cancellata da quella successiva (...solo perche' le vince tutte !!! aggiungiamo noi); ...per me e' bello volare con gli amici oppure far volare per la prima volta qualcuno e vedere nei suoi occhi la felicita'. La gioia piu' grande e' trasmettere la passione per il volo!!! Cosa che mi ha portato a creare una scuola di volo a Canazei che dirigo personalmente e che mi da' enormi soddisfazioni.

Hai un sogno da realizzare?

Nel volo no, e questo forse e' triste. Mi sono tolto tutte le soddisfazioni e in campo agonistico questo ti fa perdere lo stimolo alla competizione ma allo stesso tempo non puoi calare: devi mantenere il livello raggiunto. Nella vita privata sogno un po' di serenita', una famiglia. Il volo mi ha dato tanto ma mi ha anche tolto molto. Avrei voglia di una lunga pausa per ricostruire la mia vita privata e sentimentale. Sento il bisogno di avere un nido e di dare peso a valori piu' importanti: sono stanco dell'esasperazione cui mi ha portato il successo.

E cosa sogni invece per il vololibero in Italia?

Quello che sognano tutti quelli che volano per passione: che venga finalmente considerato come uno sport alla portata di tutti (come accade in Giappone dove viene addirittura insegnato nelle scuole) e che venga ripulito dalle accuse di machismo e dalla falsa rappresentazione che ne danno i media, sempre alla ricerca del sensazionalismo, dell'incidente, della paura. Il parapendio non e' uno sport estremo!!! Chiariamo una volta per tutte questo fatto!! Certo e' vero che molti di quelli che lo praticano lo fanno per sentirsi grandi, per sentirsi uomini veri e così fanno pirlate che ricadono su tutta la categoria ed e' anche vero che spesso non viene promosso in maniera adeguata.

Ma allora adesso devi dirci cosa e' per te il volo?

E' guardarsi dentro. E' una medicina della mente e al tempo stesso una droga. Quando sei solo, in aria, ti porti lassu' tutto: gioia, rabbia, paure, il tuo io piu' autentico ed e' proprio lassu' che puoi analizzarti, parlare con te stesso in una dimensione diversa dal consueto, una dimensione veramente spirituale.

Il posto dove preferisci volare?

Il volo piu' bello della mia vita l'ho fatto in Spagna, a Granada. Ho raggiunto la mia massima quota: 4900 mt (partendo da 3000 mt). Ho fatto una planata a mare di 40 km, durata un'ora e mezza. Il panorama era fermo... veramente spettacolare; indimenticabile!!! Ma il posto dove amo volare di piu' e' a casa mia, in Marmolada. Adoro volare da solo e atterrare sulla cima: solo lì mi sento in cima al mondo, al mio mondo.

Quanto voli per allenarti?

Pochissimo!!! Volo una o due volte alla settimana, voli brevissimi, rigorosamente solo. E' brutto quando il volo diventa routine e cerco di evitarlo in questo modo. Certo e' una droga se non volo per un mese.. beh.. entro in crisi.

Hai mai avuto paura?

Sì. Nessuno di noi ama raccontare queste cose ma e' successo. Due anni dopo aver iniziato ho fatto una vite negativa... di 200 mt... non ho piu' volato per 3-4 mesi...

Hai un motto?

Non un vero e proprio motto pero' per me due cose sono importanti: il buonumore e la felicita'. L'amicizia, quella vera, me le regala entrambe.


E noi ringraziamo te, Jimmy, per averci regalato il tuo lato piu' vero e per averci insegnato che non e' arrivando in cima a una montagna, in cima a una classifica o in cima al mondo che si diventa grandi, ma anche soffermandosi a leggere con occhi attenti il linguaggio nascosto della natura e della vita scritto sui profili delle catene montuose, mentre si tingono di rosa al calare del sole, in modo che l'ascensione al cielo si trasformi veramente in una magnifica avventura interiore.
 


 

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